
Sa Sartiglia
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Sa Sartiglia
Una tradizione di felicità, adrenalina ed eleganza
Sa Sartiglia è un evento equestre festoso e suggestivo le cui origini risalgono al passato. Si ritiene che i crociati abbiano portato questo evento in Occidente tra il 1118 e il 1200. La Sartiglia potrebbe quindi essere di origine saracena e si è evoluta nel tempo in una corsa di cavalli in cui i cavalieri cercano di trafiggere con una lancia o una spada un anello che si trova all’altezza del cavaliere.
La storia di Sa Sartiglia
La presenza della Sartiglia a Oristano risale alla metà del XIII secolo, quando i legami tra le corti aragonesi e Arborea facevano sì che i giudici e gli eredi della corona venissero educati in Aragona. Da lì, la gara si è diretta verso la Sardegna. La Sartiglia divenne così il simbolo della tradizione magistrale e cavalleresca di Oristano.
Il Cavaliere della Sartiglia deve trafiggere una stella di metallo con la lancia o la spada. Questo tipo di competizione era diffuso in Spagna, dove i locali gareggiavano contro i cavalieri moreschi. Il nome “Sartiglia” deriva dal catalano “Sortilla”, che a sua volta deriva dal latino “sorticula” e significa sia “anello” che “fortuna”. È anche un diminutivo di “sors” (felicità). Il capo supremo della razza, Su Componidori, deriva il suo nome da “componedor”, il capo dei lottatori spagnoli.
Nel corso del tempo, la Sartiglia ha seguito lo sviluppo delle strutture cavalleresche feudali. Come espressione del folklore della nobiltà e dei gruppi di potere, la Sartiglia divenne sempre più popolare anche tra i cittadini e nella vita popolare. Un canonico ha istituito una fondazione dedicata al comitato contadino per la conservazione della Sartiglia per finanziare il sontuoso pranzo dei cavalieri partecipanti al torneo.
Ancora oggi, il comitato beneficia di questa fondazione (“su Cungiau de sa Sartiglia”) per sostenere il torneo. La domenica la Sartiglia si svolge sotto la protezione di San Giovanni Battista, mentre il martedì è la corporazione dei falegnami a organizzare l’evento, che si svolge sotto la protezione di San Giuseppe.
Sa Sartiglia da magica festa per il Carnevale in Sardegna
La Sartiglia è una festa magica, ricca di colori, simboli e metafore, dove arte e cultura si fondono in un’affascinante miscela di valori sacri e profani. Ogni anno, l’ultima domenica di Carnevale e il martedì grasso, Oristano attira tutta la regione Sardegna.
Il torneo è vissuto con un’intensità emotiva indescrivibile che si protrae per tutto l’anno, soprattutto negli ambienti che lavorano dietro le quinte: i comitati, i club, le organizzazioni, le scuderie e le famiglie dei cavalieri partecipanti. Il tutto non passa inosservato e l’atmosfera di festa cattura tutti, soprattutto nelle ore precedenti la gara, quando le strade della città si riempiono di trombettieri e tamburini.
Le tappe di Sa Sartiglia
La gara deve svolgersi sia che piova sia che splenda il sole. Il direttore della Sartiglia è Su Componidori. I due comitati scelgono tra i tanti candidati quello che assumerà il ruolo di cavaliere principale e indosserà un’affascinante maschera androgina. La vestizione è un rito mitico.
Egli è il Signore della festa, allo stesso tempo uomo e donna, né femmina né maschio. Esiste un antico rituale che culmina nella vestizione del cavaliere principale il giorno della gara. È un evento rituale, un lungo atto a cui si assiste in silenzio.
Al termine della vestizione, Su Componidori sale a cavallo, vestito con un cappello a cilindro nero, un mantello, una camicia riccamente decorata, un panciotto, un’ampia cintura di cuoio e, naturalmente, la maschera che incornicia il suo volto con un nastro di seta. In mano tiene “sa pippia de maju”, un mazzo di sempreverdi, per benedire la folla e i cavalieri tracciando nell’aria il segno cristiano della croce.
Il cavaliere principale è accompagnato da Su Segundu e Su Terzu Cumponi mentre cavalcano verso la scena in cui viene appesa la stella. Il cavaliere principale passa tre volte la stella, incrociando la spada con il suo vice.
Su Componidori ha l’onore di aprire la processione alla stella. Seguono i suoi vice e infine coloro che ricevono la spada dal cavaliere principale. Secondo la tradizione, il numero di stelle trafitte è una predizione del raccolto. Segue la corsa finale alla stella, questa volta con “su stoccu”, un bastone di legno.
Prima delle temerarie pariglie che si svolgono fino al tramonto nella vicina via Mazzini, Su Componidori deve mettersi alla prova in “sa remada”. Sdraiato sulla schiena, attraversa al galoppo la piazza e benedice la folla.
Solo allora la Sartiglia potrà essere dichiarata conclusa e il rito dell’anno passerà finalmente alla storia e alla memoria dell’intera città.

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